Oggi condiamo la pizza con i salumi Santoro

Forse Angela (a destra, nella foto), una delle “Santorine”, un’intervista tutta sul mondo della pizza proprio non se l’aspettava. Contenta di averla un po’ spiazzata, vi rimando a questo link in caso voleste sapere un po’ di più sul favoloso “magico” mondo del Salumificio Santoro. Sicuramente avrete sentito parlare del loro ormai arcinoto capocollo di Martina Franca, Presidio Slow Food. E magari l’avete pure gustato su una pizza, abbinato per esempio a funghi cardoncelli o scamorza affumicata. Ammettetelo, la salivazione sta paurosamente aumentando. Passiamo all’intervista. Ma lettore avvisato, mezzo salvato.

Angela, quali sono i vostri prodotti che possiamo trovare nelle pizzerie? Uno credo proprio di saperlo…
«Beh, sì, il capocollo di Martina Franca è in assoluto il più richiesto per via delle sue sempre più apprezzate caratteristiche organolettiche, alla pari però del filetto lardellato, ottimo con la temperatura calda della pizza in uscita dal forno e del salame piccante».

Dove si trovano queste pizzerie?
«In Puglia si sono affermate sempre di più pizzerie di grande livello e noi siamo onorati di poter essere al servizio di questi nuovi geni rivoluzionari, poi la maggior parte dei nostri clienti sono a Napoli e in Campania, dove la pizza è sicuramente fra le bandiere più importanti, e infine all’estero, a Londra e Parigi».

In base a quali requisiti scegliete le pizzerie alle quali proporre il vostro prodotto?
«Il primo fra tutti è il rispetto per la materia prima, composto dalla scelta e dall’utilizzo dei prodotti migliori, requisito importante per capire in che modo i nostri salumi possano essere serviti al meglio. E poi, perché no, la simpatia e l’umiltà, sono valori in cui crediamo e che ci piace ritrovare nei nostri clienti».

C’è qualche pizzeria che ha scelto il vostro prodotto e ne siete particolarmente orgogliosi?
«Siamo fortunati, non saprei indicare un solo nome, abbiamo la fortuna di essere stati scelti dai migliori pizzaioli e sarebbe davvero impossibile stilare una classifica».

Hai mai provato abbinamenti particolari con i vostri prodotti che ti sono piaciuti?
«Un grande abbinamento è quello della nostra Santorella, una mortadella artigianale della Valle d’Itria la cui ricetta è stata messa a punto dal nostro Piero (Piero Caramia, ndr), con pistacchi, ricotta a pezzi e miele (pizzaiolo Stefano Lacarbonara, pizzeria Pomodoro e Basilico di Martina Franca), e poi un grande classico, capocollo di Martina Franca, base bianca e carciofi grigliati».

Dal punto di vista del produttore quanto è importante comunicare e spiegare – qualcuno già lo fa – al cliente in pizzeria la provenienza dell’ingrediente utilizzato per condire la pizza? 
«Per noi è fondamentale che al cliente venga illustrato il più possibile il prodotto scelto come condimento, perché è fondamentale per la conoscenza del prodotto e dell’importanza delle materie prime che il pizzaiolo decide di acquistare, quindi apprezziamo sempre quando vengono indicati sul menù il nome del prodotto, il nome del produttore e di solito forniamo del materiale (depliant, espositori) ai nostri clienti per far sì che possano conoscere ancora meglio la nostra azienda e la nostra produzione di eccellenza».

Quando vai in pizzeria qual è la pizza che ordini più spesso?
«Di solito mi piace sperimentare ma devo essere sincera, ordino spesso la stessa pizza: base bianca, molto pepe, capperi».

Pizza classica o gourmet?
«Gourmet».

Impasto napoletano o pizza sottilissima?
«Impasto napoletano».

In una top ten dei tuoi piatti preferiti, in quale posizione si colloca la pizza?
«Se la pasta si colloca al primo posto, la pizza viene immediatamente dopo. Diciamo che adoro i carboidrati».

Come dovrebbe essere la tua pizza “perfetta”?
«Base integrale, lievito madre, lievitazione lunga, mozzarella, senza pomodoro, basilico, olio extravergine di oliva e un buon salume, anche un gran San Daniele».

 

 

 

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